«PORTA ROMANA BELLA», LA STORIA DI EZIO BARBIERI IN UNA CANZONE

Nella famosa canzone popolare milanese una strofa è dedicata al bandito Ezio Barbieri, nato a Milano ma vissuto a Barcellona Pozzo di Gotto anche dopo la detenzione. Barbieri fu un personaggio ‘leggendario’, entrato ancora giovane nella cronaca criminale. A Barcellona P.G. visse da «libero» cittadino, una volta scontata la pena inflittagli

24/02/2019 - «Porta Romana bella», storia di guardie, ladri e vecchie canzoni di Mimmo Mòllica, racconta una vita e un’epoca attraverso una canzone: Porta Romana bella, canzone popolare del repertorio tradizionale milanese, la più cantata assieme a 'O mia bela Madunina' (O mia bella Madonnina). Porta Romana si trova nei pressi di piazza Filangieri a Milano, dove sorge il carcere di San Vittore. 

Porta Romana bella Porta Romana
ci stan le ragazzine che te la danno,
prima la buonasera e poi la mano.

Tra le numerose varianti ce n’è una dedicata al bandito Ezio Barbieri, con l’aggiunta della seguente strofa:

"La banda di Barbieri era attrezzata
faceva le rapine a mano armata.
Sette e sette e sette fanno ventuno
arriva la volante e non c'è più nessuno".

Ezio Barbieri, classe 1922, nato e cresciuto a Milano, ha vissuto a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) buona parte della sua lunga esistenza. Barbieri fu un personaggio ‘leggendario’, entrato ancora giovane nella cronaca criminale. Perfino lo scrittore Alberto Bevilacqua scrisse un romanzo che lo vede protagonista. A Barcellona Pozzo di Gotto, il vecchio bandito visse la sua vita da «libero» cittadino, una volta scontata la pena inflittagli. Il Dillinger italiano, il bandito gentiluomo, il Robin Hood delle azioni temerarie, scontati 25 anni di detenzione rimase a Barcellona P.G, sede dell’Ospedale Psichiatrico, che allora si chiamava ancora Manicomio, dove l’uomo della ligèra era stato rinchiuso. 

Divenne famoso per essere un rapinatore, anzi il capo della «Banda dell’Aprilia nera», una Lancia Aprilia targata 777, che era pure il numero del centralino della polizia milanese. Con la Lancia Aprilia nera targata MI 777, Ezio Barbieri e la sua banda terrorizzarono Milano, mettendo a segno rapine rocambolesche, pure in pieno giorno, riservandosi un posto ‘d’onore’ nella storia della criminalità. La strofa è segno di irrisione per la “proverbiale” lentezza della Polizia: “arriva la volante e non c'è più nessuno".
Ezio Barbieri è morto a Barcellona Pozzo di Gotto il 17 maggio 2018, all'età di 95 anni. Si era rifatto una vita.
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«PORTA ROMANA BELLA»
Storia di guardie, ladri e vecchie canzoni
di Mimmo Mòllica
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«MAMMA, NON MAMMA», L’INFANZIA NEGATA DALLA CRONACA ALLA POESIA

«Mamma, non mamma», con questo titolo Mimmo Mòllica ha messo in versi e rime due filastrocche di bimbi "con lacrime dolci da seccare, una donna acerba e un giovane dolore". Due tristissime storie raccontate dalla cronaca degli ultimi giorni, tristi ma a lieto fine. Mòllica ha voluto raccontare in due filastrocche le toccanti ‘storie’ in un ebook dal titolo «Mamma, Non Mamma».

07/02/2019 - Sono due tristi vicende raccontate dalla cronaca degli ultimi giorni: nei primi giorni di febbraio 2019 a Carmagnola, in provincia di Torino, un bimbo di soli 8 anni è stato trovato abbandonato per strada. Noi lo abbiamo chiamato Marco (nome di fantasia). Camminava da solo al buio, ai bordi di una strada di campagna, rischiando di essere travolto da qualche automobile di passaggio. Del padre del bambino pare non se ne sappia più (quasi) niente.

«MAMMA MAMMINA», CANZONI STRAPPALACRIME MA GENIALI E A LIETO FINE

«Mamma Mammina», filastrocche e canzoni strappalacrime, ma geniali e a lieto fine di Mimmo Mòllica. «Mamma mammina» è la storia di un neonato abbandonato dalla madre a Parigi, scritta del 1919. Nel 1964 il gruppo di cabaret de «I Gufi» ne ripropose una versione volutamente grottesca e forzatamente ‘strappalacrime’, con l’intento di sfatare la crudeltà umana, la dissennatezza di una madre. «Mamma mammina» rimane così una storia non cruda, ma grottesca e… a lieto fine. 

11/01/2019 - Italia, Paese del bel canto. La canzone italiana nasce nel primo Novecento e acquista la sua identità matura negli anni ‘20 e ‘30, assumendo i caratteri tipici della canzone all’italiana nell’espressione melodico-sentimentale, nei toni commoventi, struggenti. 

BRASSENS POETA DI CAMPAGNA IN SICILIANO NELLE TRADUZIONI DI MIMMO MÒLLICA

Canzoni del grande cantautore francese-lucano tradotte in lingua siciliana e italiana da Mimmo Mòllica. L’opera poetica di Brassens è considerata difficile da tradurre. Nato in Francia, Georges è figlio di Elvira Dagrosa, una casalinga figlia di emigrati da Marsico Nuovo, in provincia di Potenza

29/01/2019 - Georges Brassens, il cantautore più tradotto al mondo, il più difficile da tradurre. Mimmo Mòllica ha tradotto e cantato in lingua siciliana e italiana alcune delle più belle canzoni del cantautore francese-lucano. C’è un filo ‘traduttore’ che lega le canzoni di Georges Brassens e le molteplici versioni (e traduzioni) in diverse lingue. Brassens è fortemente attratto dalla poesia, dallo scrivere in versi, e le sue composizioni abbracciano intimamente la musica.

BRASSENS E I DIALETTI DEL SUD: LA POESIA SA BENE COME MASTICARE LE PAROLE

Mimmo Mòllica e Nanni Svampa, prove Brassens
31/01/2019 - È bellissimo potersi immergere nel mondo poetico e musicale di Georges Brassens,nei suoi costrutti tematici, ritmici e linguistici. E le traduzioni sono operazioni ‘connettive’, forme compiute di connessione ad atmosfere sentimentali ed affettive universali. Tra gli autori che hanno tradotto “in italiano” le canzoni di Brassens, è necessario citare innanzitutto Nanni Svampa che ha trasposto in milanese buona parte della produzione del grande cantautore francese.

CASTELLI DI SABBIA: FILASTROCCA CON PALETTA E SECCHIELLO PER FARE UN CASTELLO

08/10/2018 - «Castelli di sabbia» di Mimmo Mòllica. Filastrocca con paletta e secchiello per fare un castello. Come scrivere in versi per il gusto di andare spesso a capo. Guardare i bambini giocare con la sabbia, impegnati in fantasiose costruzioni: scavare buche profonde, disegnare e scrivere sulla sabbia bagnata, costruire castelli. Ieri come oggi giocare con la sabbia, in spiaggia, accomuna i bambini ma coinvolge pure gli adulti. La spiaggia, la sabbia bagnata, un secchiello e una paletta, per affondare le mani e la fantasia dove la realtà non arriva.